Niente licenziamento per le frasi discriminatorie rivolte al collega
In materia di licenziamento per giusta causa, la Corte di Cassazione ha statuito l'illegittimità del provvedimento espulsivo nei confronti del dipendente, che ha utilizzato termini offensivi e ingiurie discriminatorie nei confronti del collega, che ne ha provocato la reazione mettendolo ingiustamente in cattiva luce agli occhi del superiore. Nello specifico la Suprema Corte, con la Sentenza n. 21017 del 16 ottobre 2015, ha sottolineato che il diverbio non è stato originato da futili motivi e che la sanzione espulsiva è da ritenersi esagerata, in quanto il rapporto fiduciario tra datore e lavoratore, ingiustamente incolpato, non risulta irrimediabilmente compromesso.