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Il repêchage è onere del datore di lavoro: senza prova il licenziamento è illegittimo

La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 20436 dell'11 ottobre 2016, ha stabilito l'illegittimità del licenziamento operato dal datore di lavoro che non ha provato l'impossibilità di repêchage del lavoratore, anche se questi non collabora indicando le posizioni in azienda in cui potrebbe essere ricollocato.I giudici della Suprema Corte, smentendo un consolidato orientamento giurisprudenziale secondo il quale il lavoratore deve contribuire al tentativo di repêchage, ha voluto dare seguito alle ultime interpretazioni della norma (art. 5 Legge n.

Con il pagamento in nero delle retribuzioni scatta l'evasione contributiva

Con la Sentenza n. 42845 dell'11 ottobre 2016 la Corte di Cassazione è intervenuta in merito alla responsabilità penale per evasione contributiva in caso di pagamento in nero dei lavoratori.In particolare la Suprema Corte ha stabilito che siano sufficienti anche gli esborsi in nero delle spettanze ai lavoratori per far scattare il reato anche penalmente perseguibile di evasione contributiva.

Licenziato grazie all'investigatore il dipendente in malattia che finge una visita medica

In materia di licenziamento per giusta causa, la Corte di Cassazione ha statuito la piena legittimità del provvedimento espulsivo nei confronti del dipendente, assente dal lavoro per malattia, che non si fa trovare in casa e finge un controllo medico, a nulla rilevando che la scoperta sia stata fatta da investigatori privati assunti dal datore di lavoro. La Suprema Corte, con la Sentenza n.

Codici tributo per il versamento di somme derivanti dalla raccolta GNTN

Con Risoluzione 10 ottobre 2016, n. 90, l'Agenzia delle Entrate ha istituito i codici tributo per il versamento delle somme dovute dal concessionario derivanti dalla raccolta dei giochi numerici a totalizzatore nazionale (GNTN).In particolare, il documento di prassi istituisce i codici tributo, dal '5419' al '5446', per consentire il versamento delle somme dovute mediante modello F24 Accise.

Non condannato il datore che nega l'assemblea in luogo esterno alla sede aziendale

Secondo la Corte di Cassazione non sussistono gli estremi della condotta antisindacale nei confronti del datore di lavoro, che nega alle organizzazioni sindacali l'autorizzazione ad un'assemblea esterna alla sede aziendale, in quanto manca da parte della Rsu l'individuazione di un luogo idoneo. Con la Sentenza n. 20319 del 10 ottobre 2016 viene precisato che il generico riferimento ad un luogo al di fuori della sede aziendale non permette di effettuare la selezione di partecipanti esterni ai sensi di legge (art. 20, Legge n. 300/1970).

Fondo per incentivare la partecipazione dei lavoratori al capitale e utili dell'impresa: definiti i criteri di utilizzo

Il 10 ottobre 2016 è stato pubblicato sul sito istituzionale del Ministero del Lavoro – Sezione pubblicità legale – il Decreto del 20 giugno 2016 del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze concernente le modalità ed i criteri di utilizzo del Fondo finalizzato ad incentivare la partecipazione dei lavoratori al capitale e agli utili delle imprese e per la diffusione dei piani di azionariato rivolti ai lavoratori dipendenti.Il Fondo, istituito ai sensi dell'articolo 1, comma 180 della Legge n.

Per l'omissione contributiva il flusso Uniemens è utile ai fini probatori come il DM cartaceo

Con la Sentenza n. 42715 del 10 ottobre 2016 la Corte di Cassazione è intervenuta in merito all'utilizzo in giudizio dei flussi Uniemens al fine di provare l'omissione contributiva.In particolare la Suprema Corte ha affermato che i flussi Uniemens possono essere utilizzati in un procedimento giudiziario avendo essi efficacia probatoria così come i vecchi DM cartacei: comparando l'avvenuta erogazione delle retribuzioni e la mancanza di informazioni sulla contribuzione dovuta in Uniemens può così essere provata l'omissione contributiva.

Legittimo il licenziamento se dopo l'infortunio il lavoratore è assente ingiustificato per tre giorni

Con la Sentenza n. 20218 del 7 ottobre 2016 la Corte di Cassazione è intervenuta in merito alla legittimità di un licenziamento per assenza ingiustificata al termine di una convalescenza per infortunio.Nello specifico la Suprema Corte ha dato ragione ad un datore che, in forza del CCNL applicato, aveva licenziato per giustificato motivo oggettivo un lavoratore che, concluso il periodo di assenza per infortunio, non aveva comunicato all'azienda di voler fruire di tre giorni di ferie, senza dare alcuna spiegazione del mancato rientro al lavoro.

Niente licenziamento per il rifiuto di svolgere le mansioni a causa della qualifica non riconosciuta

In tema di licenziamento disciplinare, la Corte di Cassazione ha statuito l'illegittimità del provvedimento espulsivo nei confronti del dipendente che, visto il mancato riconoscimento della qualifica superiore da parte del datore di lavoro, si rifiuta di svolgere tali mansioni. La Suprema Corte, con la Sentenza n. 20222 del 7 ottobre 2016, ha precisato che il rifiuto parziale della prestazione opposto dal lavoratore è da ritenersi proporzionato all'inadempimento datoriale in buona fede e, quindi, il dipendente va reintegrato.

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